Il calcio italiano è pronto a dare una svolta. A partire dalla Serie C, l'ex calciatore e oggi vicepresidente della Lega, Gianfranco Zola, sta promuovendo una riforma che punta a rilanciare il movimento calcistico del nostro paese, partendo dalla valorizzazione dei giovani talenti. Zola, che ha sottolineato l'urgenza di ripensare il modello di sviluppo del calcio, ha dichiarato: "Se il calcio del domani non sarà incentrato sui giovani, non sarà sostenibile".
La "Riforma Zola" si propone di fare della Serie C il campionato della crescita e della formazione, con l'obiettivo di creare un sistema che alimenti costantemente il settore giovanile e che porti al ritorno della Serie A alla ricerca dei giovani talenti cresciuti nei vivai italiani. Zola auspica una trasformazione che faccia della Serie C un incubatore di futuri campioni, come fu per i grandi nomi del passato, da Roberto Baggio a Salvatore Schillaci.
Investire nei settori giovanili
I punti principali della riforma riguardano l'aumento dell'impiego dei giovani, la valorizzazione delle strutture e la formazione degli allenatori. I numeri parlano chiaro: già dalla stagione in corso, il regolamento sul minutaggio dei giovani ha portato a un incremento del 48% dei calciatori provenienti dal settore giovanile, con un 25% di minuti in più disputati rispetto alla stagione precedente. Inoltre, il numero di squadre che utilizzano atleti formati nel proprio vivaio è aumentato del 26%.
Tuttavia, l'iniziativa non si ferma qui. A partire dalla stagione 2025-26, le premialità per l'impiego di giovani provenienti dal settore giovanile raddoppieranno, arrivando fino al 400% rispetto a quanto previsto attualmente. Inoltre, a partire dalla stagione 2028-29, ogni club sarà obbligato a inserire nella propria rosa un numero minimo di otto giovani formati internamente.
Un progetto a lungo periodo
L'obiettivo della riforma è creare un ciclo virtuoso che veda la Serie C come un campionato sempre più centrato sui giovani, ma anche come una realtà che stimoli l'intero calcio italiano a investire in una crescita sana e sostenibile. Zola ha spiegato che "si può fare molto di più per creare le condizioni affinché i giovani crescano con maggiore qualità", sottolineando l'importanza di puntare sulle infrastrutture, sulle strutture e sulla formazione degli allenatori.
Per fare ciò, la riforma si fonda su due pilastri: da un lato, la premialità per le società che schierano un maggior numero di giovani, dall'altro, la valorizzazione delle società che investono in infrastrutture e nella formazione tecnica. Questo approccio non solo migliorerà il livello dei giovani calciatori, ma avrà anche un impatto positivo sull'intero sistema, creando un ambiente più competitivo e preparato per i futuri talenti.
Il sogno di un nuovo rinascimento
Il progetto, quindi, non riguarda solo il presente della Serie C, ma punta a una visione a lungo termine per l'intero movimento calcistico italiano. L'auspicio di Zola è che, nei prossimi anni, il nostro campionato possa diventare la principale fucina di talenti, con il risultato di un'Italia che torni a sfornare campioni, pronti a rappresentare la nostra Nazionale ai più alti livelli internazionali.
"Il sogno è che, nei prossimi anni, dalla nostra Serie C emergano i futuri numeri dieci della Nazionale", ha dichiarato Zola, con l'ambizione di ripetere i successi del passato, quando il calcio italiano poteva vantare una generazione di fuoriclasse che ha fatto la storia del nostro sport. La speranza è che questa riforma, che mette al centro i giovani e la qualità, possa restituire al calcio italiano il posto che merita sulla scena internazionale.
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